Per quanto RPG e MMO passeggino spesso a braccetto, nella mente dei videogiocatori più intransigenti e classicisti, esiste una profonda e netta linea di demarcazione che separa le esperienze single player, dalle avventure condivise insieme ad altre decine di utenti sparsi per il mondo. Anche e soprattutto per questo c’erano grandi attese (e timori) attorno a The Elder Scrolls Online: pericolosissimo esperimento di ZeniMax Online Studios che, dopo il successo interplanetario di Skyrim, rimetteva in seria discussione la più nota e apprezzata tra le proprietà intellettuali di Bethesda.

Effettivamente c’erano e ci sono alcune caratteristiche del brand che mal si sposano, almeno sulla carta, ad un’eventuale declinazione al genere MMO. La visuale in prima persona, tanto per cominciare, la solita cura riservata alla narrazione e, soprattutto, la vibrante ed eccitante sensazione di essere immersi nella solitaria esplorazione di un regno sconfinato, ricco di tesori dall’inestimabile valore da s...