Il mercato dei giochi di ruolo giapponesi, nella generazione di console che si è appena conclusa, non hanno goduto purtroppo di buona salute. Molte serie storiche sono scomparse, basti pensare a Breath of Fire, Kingdom Hearts e Suikoden, ed altre sono invece migrate nel mercato portatile dove la maggiore base installata ed i costi di sviluppo ridotti hanno contribuito ad offrire un ambiente più favorevole al loro sviluppo. Anche le serie che sono, per così dire, sopravvissute sul mercato casalingo non hanno fatto registrare performance molto buone: Final Fantasy, con il tredicesimo capitolo, ha rappresentato un clamoroso scivolone verso il basso in fatto di vendite e qualità e anche Dragon Quest X non ha di certo generato i soliti numeri da capogiro che questi titoli di norma muovono.
Non tutti i mali vengono per nuovece ed infatti, con i grandi nomi fuori gioco, si è potuto assistere all’affermarsi, almeno in occidente, di alcune serie più di nicchia ma non per questo meno meritevoli ...