Reverse Crawl porta nel titolo una dichiarazione d’intenti che è un po’ incoerente con la natura del gioco, un’affermazione di identità, ulteriormente supportata dalla catchphrase “You are the dungeon” quantomeno bizzarra, perché la produzione di Nerdook Productions ribalta poco, anzi niente, una struttura che non è quella del dungeon crawl, genere i cui echi talvolta si odono durante la progressione, ma quella di uno strategico a turni. No, il giocatore non controlla né è il dungeon, come per esempio fa in Guild of Dungeoneering; pone invece di fronte a coloro che dovrebbero essere gli eroi, ma che poi la storia rivela non esserlo, i suoi sgherri maligni, cercando di aiutarli ad avere la meglio con tutta una serie di poteri scatenabili. La non conformità alle premesse è un equivoco, non una responsabilità che pesa sulla qualità del prodotto, che si rivela, seppur senza pretese, godibile.

La storia di un re ucciso, tornato in veste di spettro, per riprendersi il suo r...