Kick è indubbiamente un bambino fortunato. Si è risvegliato dal suo sonno criogenico in un pianeta senza genitori, ha fatto amicizia con un robot svolazzante e, meraviglie delle meraviglie, si è imbattuto in un gigantesco fucile laser che può usare come meglio preferisce senza la noia di ottenere un porto d’armi, o facendo ore di pratica al poligono di tiro. Fennick, il droide di cui sopra, ha subito un piccolo guasto e per tornare completamente operativo ha bisogno della collaborazione del ragazzo per raggiungere la torre che domina la metropoli abbandonata nel quale è ambientata l’intera avventura. Tra il duo e l’obiettivo finale, infatti, ci sono una distesa di ostacoli da superare e qualche automa di sorveglianza, che non esiterà ad attaccare qualsiasi intruso. Kick avrà anche la buona sorte dalla sua, ma per essere l’aspirante eroe di un platform/puzzle game soffre di un handicap tutt’altro che ignorabile: non sa saltare. Titoli di coda, dunque? Niente finale festante? Neanche per...