Batman: Arkham Knight è un pugno in pieno stomaco, un calcio rotante alla Chuck Norris, una bomba che spazza via qualsiasi certezza ormai data per scontata. Eravamo stati vagamente avvertiti ai tempi di Asylum e City, qualche dubbio c’era già venuto allora, ma mai come oggi siamo certi che alcune notti, piovose e fredde, non ti puoi salvare nemmeno se ti fai chiamare Batman, indossi un’uniforme rinforzata in titanio e nel tempo libero giochi a fare il miliardario. Impugnare il pad impreparati può rivelarsi fatale perché, ad attendervi, non ci sarà l’ennesima cavalcata trionfale in cui si mettono in fila i villain, uno dopo l’altro, e li si rispedisce nell’umida cella da cui sono evasi in qualche modo. Rocksteady ha mescolato le carte non solo sul fronte del gameplay, introducendo la Batmobile e rinfrescando progressione e esplorazione degli ambienti: ha giocato sporco con i nostri sentimenti, facendoci ripiombare nell’insicurezza adolescenziale, in quel particolare momento della vita d...