Per scovare le origini di Salt and Sanctuary, ben prima di citare Dark Souls, sarebbe necessario scavare nel passato di Ska Studios: minuscolo team di sviluppo con sede a Washington, che conta all’attivo una coppia di designer e uno sparuto gruppo di collaboratori saltuari. The Dishwasher: Dead Samurai, e relativo seguito, permisero al duo una progressiva esplorazione dei confini e contorni del genere dei picchiaduro a scorrimento, contenendo, in quantità molto più elevate beninteso, uno degli ingredienti che rendono così affascinante l’ultima fatica dello studio: l’esasperazione della violenza.

Le premesse narrative, pur spiegando poco e anticipando ancor meno, ci proiettano in un regno morente, devastato da una guerra centenaria e irrimediabilmente sfigurato dai crimini commessi da entrambi gli schieramenti. Villaggi ormai abbandonati sono tane ideali per mostruosità di ogni tipo, incantesimi e trappole piazzate da tempo sono pronte a sortire ulteriori vittime, pattuglie di arcieri e...