La realtà virtuale, devono essersi detti in Crytek nei brainstorming che hanno dato i natali a Robinson: The Journey, deve essere portata al limite, esplorata in ogni suo anfratto, persino sfidata, ignorandone i compromessi, contrappasso di una tecnologia ancora da affinare, esaltandone le potenzialità, appena visibili, in questi primi esperimenti, tutt’altro che espresse nella maggior parte delle produzioni che la chiamano in causa.

Hanno scommesso forte i ragazzacci teutonici che da sempre hanno il pallino per la grafica, sfornando quello che, a tutti gli effetti, può dirsi un imprescindibile must buy per tutti i possessori di PlayStation VR. Non è un capolavoro senza macchine, né tanto meno una killer application capace, quasi da sola, di smuovere le masse a compiere il grande salto verso questo nuovo modo di intendere e concepire i videogiochi. Semplicemente è un esempio lampante dei giochi del domani, di quelli che probabilmente non mescoleranno più di tanto le carte in tavola sul...