Mafia III è un open-world controverso, problematico, tragicamente conteso da forze contrapposte e di uguale intensità. Vive di alti e bassi, continuamente strattonato e disorientato da due cifre stilistiche certamente complementari, ma malamente amalgamate tra loro, quasi impacciate e in imbarazzo ogni qual volta sono costrette a toccarsi, fondersi, proporsi contemporaneamente nell’inscenamento della vendetta di Lincoln Clay.

C’è l’anima seriosa, storica, se vogliamo, magistralmente e strepitosamente riprodotta nelle tante cut-scene e nei dialoghi che sviluppano un plot coinvolgente, convincente, appassionante. Il protagonista della vicenda vive una doppia discriminazione: è un “negro” in una società dominata dai bianchi, è un reduce della guerra del Vietnam negli Stati Uniti D’America del 1968, non certo un anno qualsiasi.

Mafia III screenshot 3

La trama di Mafia III è certamente il maggior pregio della produzione. Il modo con cui affronta certe tematiche, su tutte quella del razzismo, è esemplare.