Prima Abledo: Eyes from Outer Space. Poi The Deadly Tower of Monsters. Adesso Headlander. Ultimamente il così detto retrofuturo, neologismo utile per indicare stilemi, regia e fotografia ereditati di sana pianta dai B-Movie sci-fi degli Anni ’70 e filtrati attraverso la sensibilità contemporanea, sembra andare di moda tra gli sviluppatori di tutto il mondo. Dopo l’italianissimo progetto di Fabrizio Zagaglia e il twin stick shooter dell’ACE Team, è toccato ai talentuosi ragazzi di Double Fine immergersi nell’art design e nelle sonorità di quest’epoca cinematografica così ricca di spunti per gli amanti del sano trash di una volta.

Da questa operazione di recupero e rilettura ne è emerso un Metroidvania sostenuto da belle idee, che, purtroppo, proprio nel rush finale ostenta delle pecche che lo rendono certamente perdibile per chi non apprezza particolarmente il genere, interessante e tiepidamente consigliato a chi proprio non riesce a fare meno di una buona dose di puzzle e backtracking ...