L’atmosfera, per le strade di Hekseville, è la stessa di tanti anni fa. Si respira ancora quell’inspiegabile senso di appartenenza, la tenue nostalgia di una realtà incontrata, forse, solo nei sogni infantili, la vivida empatia per un’intera comunità, quanto mai bizzarra ed eccentrica, che parla una lingua sconosciuta e si consola nella ripetizione di una quotidianità ai nostri occhi imperscrutabile, aliena. Anche la protagonista di questa meravigliosa avventura, la conturbante Kat, non sembra invecchiata di un giorno, ancora avvolta nel suo naturale splendore, nel tenero carisma, nell’innocente (e involuto) fascino con cui ha stregato chiunque ha avuto la fortuna di incontrarla, conoscerla, appassionarsi alla sua epopea.

Gravity Rush, ai tempi della sua pubblicazione originaria su PS Vita nel 2012, poteva essere paragonato ad un film dello Studio Ghibli: non c’erano motivazioni particolari che lo rendessero oggettivamente migliore di altri titoli simili, solo un mix di fattori, diffic...