Deus Ex: Mankind Divived vive e si sviluppa attraverso le sue ambientazioni. Esattamente come l’illustre e apprezzatissimo predecessore, sembra debba raccontare l’ennesima epopea del solito uomo tutto d’un pezzo che, affrontando mille difficoltà e ostacoli, si fa strada tra orde di malintenzionati e criminali d’ogni genere, ma nel profondo, alla prova dei fatti, si rivela ben altro. La sua immanenza, la sua ragione d’esistere, nonché vero discriminante che lo rende un serio pretendente a diventare il miglior gioco (certamente uno dei migliori) di quest’anno, va attentamente ricercato e carpito lasciando che sia il mondo virtuale creato a regola d’arte dai ragazzi di Eidos Montreal a guidarci, a parlarci, a raccontarci una storia che fa a meno di dialoghi e cut-scene.

Adam Jensen, come già in Human Revolution, è un figurante, certo d’impatto ma mai particolarmente ingombrante, tra tanti altri attori utili al medesimo scopo: mostrare, con coerenza e senza mai uscire dalla parte, equilibr...