Bound
di Plastic Studios
16 agosto 2016
Bound potrebbe descriversi come una sorta di remake interattivo di Inside Out, un viaggio, lisergico e psichedelico, nell’inconscio, agitatissimo e parzialmente devastato, di una giovane donna alle prese con un momento cruciale e decisivo per il proseguo della propria vita. Si tratta di una schietta testimonianza del disagio e delle conseguenze devastanti che possono insorgere a seguito di un qualsiasi trauma, specie se vissuto e interiorizzato durante l’infanzia. Quella imbastita dai ragazzi polacchi di Plastic Studios, supportati dall’esperienza e dal know how di Santa Monica Studios, è un’esperienza straniante, controversa ed esteticamente d’impatto, che ha come cardine principale il ballo, il potere catartico di superare ogni difficoltà, ogni affanno, ogni paura trasformando note e suoni in movimento, in aggraziati e delicati passi di danza.
La giovane donna incinta che passeggia lentamente sulla spiaggia, che ha come obiettivo ultimo il raggiungimento di una casa a pochi metri da ...
Quando ballo e musica diventano l’unica via di fuga: la recensione di Bound
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