Sviluppare un videogame è un pò come eseguire un gioco di prestigio.

L’ambiente di gioco che l’utente osserva non è altro che il guscio esterno di una costruzione complessa, composta da impalcature matematiche e sostenuta da strutture logiche. Compito dello sviluppatore è nascondere questa “ossatura”, rendendo invisibili gli algoritmi che consentono al giocatore di muoversi tra i livelli.

Un filone particolarmente affascinante che sta nascendo in questi anni è quello che potremmo definire metavideoludico. A questo genere appartengono una serie di giochi che non cercano affatto di nascondere il loro codice di base, ma invitano l’utente a farsi programmatore, modificando i valori alla base degli elementi che compongono i livelli.
changeType() è esponente di questa interessante “corrente”. Il titolo, dalla grafica acida e “glitchosa” si gioca superficialmente come un qualunque sidescroller 2D. Per superare ostacoli e piattaforme il ...