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Fotonotizia Videogiochi Batman

Fabio Canonico

26 Giugno 2015 09:14 · aggiornato il 26 Giugno 2015 alle 10:07

Batman (1986 - Amstrad, MSX, ZX Spectrum) Il punto d’inizio, l’origine di tutto. Il primo gioco della storia dedicato a Batman venne pubblicato da Ocean Software nel 1986 su Amstrad, MSX e ZX Spectrum. Si tratta di un’avventura isometrica fatta di semplici enigmi da risolvere e qualche nemico da evitare a tutti i costi. L’eroe esibiva un’inaspettata pancetta ed ogni passo emetteva un suono ripetitivo che alla lunga mandava ai pazzi. Quasi esilaranti le premesse narrative: Robin si era cacciato in un bel guaio e toccava al suo partner andare a recuperarlo, non prima di aver ricomposto il Batscafo custodito, a pezzi, in una Batcaverna che, piena com’era di minacce e trappole, si faticava ad identificare come la rassicurante tana e base operativa dell’Uomo Pipistrello.
Pochi lo sanno, ma del gioco venne proposto un remake nel 2000 per DOS che, aggirando copyright e altre noie legali, venne fantasiosamente (e coraggiosamente) intitolato Watman.
Batman (1989/1990 - NES) Stesso titolo, anno e piattaforma completamente differente. Nel 1989 (1990 per l’Europa), Batman debutta sul mitico NES. Lo fa calandosi in un più canonico platform/action bidimensionale, ricordato ancora oggi, dai fortunati che lo giocarono all’epoca, per una colonna sonora incalzante, un comparto grafico di tutto rispetto e un gameplay galvanizzato dalla notevole agilità di cui godeva il nostro. Chiaramente ispirato al film omonimo con Michael Keaton come protagonista e Jack Nicholson nel celebre ruolo di Joker, era diviso in cinque livelli che ricalcavano le ambientazioni del lungometraggio. Oltre a poter colpire i nemici dalla distanza con il Batarang, il Cavaliere Oscuro anticipava di molti anni il famoso salto a parete di Super Mario, sfruttandolo per scalare pareti, raggiungere piattaforme e piombare con violenza sui nemici. Impossibile non citare anche i complessi combattimenti con i boss. Su tutti, spiccava ovviamente l’ultimo: quello che vi contrapponeva ad un Joker che sovrastava di mezzo metro buono il minuto (a confronto) Uomo Pipistrello.
Batman Returns (1993 – Sega Mega Drive, Super Nintendo) Con il passaggio ai sistemi 16 bit, Batman si adegua alla moda del momento: i picchiaduro a scorrimento bidimensionale. Double Dragon, Streets of Rage e Final Fight avevano mostrato la via, inaugurando un trend che avrebbe coinvolto anche altri personaggi al tempo molto noti (Power Ranger e Sailor Moon per esempio). Apprezzatissimo dagli appassionati, soprattutto nella sua versione per Super Nintendo, come il predecessore per NES recuperava ambientazione, personaggi e trama del film diretto da Tim Burton appena un anno prima. Tra i boss da abbattere non mancava dunque la sensuale Catwoman, né Il Pinguino con le (terrificanti) fattezze di Danny DeVito. Il gameplay, pedissequamente classicheggiante per buona parte dell’avventura, si distingueva unicamente per la possibilità di utilizzare il rampino per valicare burroni e altri ostacoli e per un intero livello in cui ci si ritrovava ai comandi della Batmobile.
The Adventures of Batman & Robin (1994 - Sega Mega Drive, Super Nintendo) Se l’eroe si prende una piccola pausa sul fronte dei lungometraggi, in attesa di Batman Forever del 1995 di Joel Schumacher, sul piccolo schermo esordisce la serie animata che qualunque bambino cresciuto negli Anni ’90 conosce a menadito. Ed è proprio al cartone che si rifà The Adventures of Batman & Robin pubblicato su Sega Mega Drive e Super Nintendo nel 1994. L’art design ricalca fedelmente personaggi e ambientazioni apprezzate nel corso delle due stagioni dello show, mentre il gameplay recupera parzialmente gli antichi sapori del capitolo per NES. L’impostazione generale resta ancorata alle meccaniche dei picchiaduro a scorrimento, ma viene data molta più importanza alle fasi platform che permettono a Batman di fare sfoggio delle sue abilità ginniche. Torna naturalmente il rampino, fondamentale in più di un’occasione; la Batmobile, controllabile in un livello; la lunghissima lista di villain che il nostro dovrà preoccuparsi di mandare al tappeto. Oltre a Joker, ce la si doveva vedere, tra gli altri, con Poison Ivy, Catwoman, Due Facce, Il Pinguino e lo Spaventapasseri. Appassionante e mediamente impegnativo, gli si può rimproverare l’impossibilità di giocare nei panni di Robin, relegato al ruolo di comparsa tra una cut-scene e l’altra.
Batman: Gotham City Racer (2001 - PlayStation) Dicevamo che raramente Batman si è reso protagonista di un videogioco indegno del suo nome. Batman: Gotham City Racer fa parte di quel “raramente”. Prodotto da Ubisoft nel 2001 in esclusiva per la prima PlayStation, sviluppa un concetto molto semplice: perché non concentrarsi su quella piccola parte del lavoro dell’eroe, solitamente relegato ad un solo e breve livello nell’intero arco dell’avventura? Perché non proporne ben 51, di livelli, in cui Batman è costantemente e unicamente al volante della sua Batmobile? L’idea è intrigante, e come ben sappiamo verrà in un certo modo recuperata anche in Batman: Arkham Knight, peccato che la realizzazione sia ben al di là del limite della decenza. Tra bug, muri invisibili, una veste grafica ignobile e l’estrema ripetitività delle missioni, l’unica cosa che si salvavano erano le cut-scene che riproponevano spezzoni di varie puntate della serie animata The New Batman Adventures.
Batman: Dark Tomorrow (2003 - Game Cube, Xbox) Altro titolo, altra “eccezione” in negativo. All’epoca del suo annuncio, Batman: Dark Tomorrow sorprese l’audience per la decisione del publisher, Kemco, di svilupparlo solo su Game Cube e Xbox, escludendo così la regina del mercato: l’incontrastabile PlayStation 2. A conti fatti, è l’unico motivo per cui ricorderemo questo gioco che pur nascendo sotto una buona stella, pur contando su illustri collaborazioni (tra gli sceneggiatori Kenji Terada, artista coinvolto in molti Final Fantasy), pur tentando di riprodurre l’approccio generalmente stealth dell’Uomo Pipistrello, si rivelò un prodotto mediocre, azzoppato da scelte di design compromettenti. Il ritmo dell’azione, per esempio, era continuamente interrotto da piccole cut-scene e continui cambi di inquadratura. Se a tutto questo ci aggiungiamo una realizzazione grafica raffazzonata, abbiamo le proporzioni di uno dei pochi giochi di Batman di cui non avremmo mai voluto conoscere l’esistenza.
LEGO Batman: The Videogame (2008 - PlayStation 3, Wii, Xbox 360) Al trattamento di Traveller’s Tales non ha saputo resistere neanche il vigilante di Gotham. Nel 2008, l’Uomo Pipistrello, alleati e villain si trasformano in mattoncini danesi per dare vita al divertente LEGO Batman: Il Videogioco. Anche questa iterazione della saga non si distingue per particolari innovazioni apportate alla formula, limitandosi ad essere un action/adventure tridimensionale in cui, vestendo i panni di numerosi personaggi intercambiabili in qualsiasi momento, era possibile avere la meglio sui nemici e risolvere semplici enigmi grazie alle abilità speciali di ognuno. Il titolo convinse a tal punto critica e pubblico che furono realizzati due sequel. Sia Lego Batman 2: DC Super Heroes che Lego Batman 3: Beyond Gotham, oltre al Cavaliere Oscuro tiravano in ballo molti altri supereroi della DC tra cui Superman e Lanterna Verde.
Mortal Kombat vs DC Universe (2008 - PlayStation 3, Xbox 360) Tra Armageddon e il reboot del 2011, i lottatori di Mortal Kombat si trovarono invischiati in una stranissima battaglia contro alcuni degli eroi della DC. Nella collector’s edition del gioco, tra le altre chicche incluse, un fumetto tentava di dare una spiegazione razionale a questo improbabile cross-over, spiegando per quale motivo tra i due universi non scorresse buon sangue. Ovviamente, tra i personaggi selezionabili, era presente anche il nostro che, durante gli scontri, non si faceva alcuno scrupolo ad alternare calci e pugni con attacchi che sfruttavano le diavolerie tecnologiche custodite nella sua Batcintura. Naturalmente non mancavano un paio di Fatality (chiamate Heroic Brutality) che tiravano in ballo il rampino e orde di pipistrelli assetati di sangue. Come sappiamo, rivedremo il Cavaliere Oscuro alle prese con i picchiaduro a incontri anche nel 2013 in Injustice: Gods Among Us.
Batman: Arkham Asylum (2009 - PlayStation 3, Xbox 360) Batman: Arkham Asylum fu come l’improvvisa apparizione di un arcobaleno dopo un tremendo temporale. Fu la definitiva consacrazione di un eroe che già in passato aveva fatto bene, ma che si meritava un capolavoro senza tempo. Fu, tra le altre cose, la ciliegina di quella torta che Christopher Nolan aveva e stava amorevolmente cucinando con i bellissimi Batman Begins e The Dark Knight. In altri termini: era un periodo meraviglioso per essere fan dell’Uomo Pipistrello. Rocksteady, al secondo gioco sviluppato nella loro breve storia, diede una grandissima prova di essere capace di tradurre in un videogioco tutto il fascino del vigilante di Gotham e dei suoi più temibili nemici. Il primo capitolo di una serie che regalò altri episodi estremamente meritevoli.
Batman: The Brave and the Bold - The Videogame (2010 - Wii, Nintendo DS) Riproponendo lo stesso art design dell’omonima serie animata e coinvolgendo nel roster dei personaggi giocabili altri eroi della DC come Green Arrow e Aquaman, Batman: The Brave and the Bold – The Videogame è il classico buon gioco che non ti aspetti. Niente di trascendentale o imperdibile, beninteso, ma la cura riservata al level design, regalò all’audience un action/platform bidimensionale piacevole e divertente soprattutto perché, nella versione per Wii, permetteva il co-op fino a due utenti con tanto di drop-in/drop-out istantaneo.