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Fotonotizia Mass Effect: Andromeda, cosa mettere in valigia prima del viaggio intergalattico

Fabio Canonico

9 Novembre 2016 16:53 · aggiornato il 9 Novembre 2016 alle 17:07

Lo splendore del firmamento: la direzione artistica Cominciamo dall’ovvio, che è anche fondamento, nonché una delle principali ragioni d’essere di Mass Effect. Nessuna epopea sci-fi potrebbe minimamente essere credibile senza un lavoro di art design sopraffino, ricercatissimo, persino originale nei limiti del possibile vista la relativa inflazione del genere. Il primo episodio, da questo punto di vista, ha semplicemente stupito e ammaliato ogni amante di fantascienza. Di più: sacrificava praticamente qualsiasi velleità della trama, sull’altare della semplice presentazione e introduzione di un mondo immaginifico sconfinato, ricchissimo di forme di vita di ogni tipo, affascinante nel modo con cui raccontava la storia della nostra specie attraverso i secoli che verranno. Lo splendore della Cittadella, l’emozione regalataci da certi panorami alieni, l’immediato innamoramento per le Asari. Speriamo vivamente di provare qualcosa di estremamente simile anche nella Galassia di Andromeda.
Il suono dell’universo: la colonna sonora Certe tracce, come Vigil e Uncharted Worlds, sono rimaste impresse nella memoria e nei lettori MP3 di molti videogiocatori. Il primo capitolo, in particolar modo, offriva un riuscitissimo mix di sonorità elettroniche e fantasy, progressivamente sostituite, nei capitoli successivi, da marcette militari e temi più orchestrati. Ci piacerebbe che Mass Effect: Andromeda ritornasse alle origini della saga, magari prendendo spunti dall’attuale passione per la VaporWave che, a nostro parere, si sposerebbe alla perfezione con una space-opera incentrata sull’esplorazione di mondi ignoti in pieno stile fantascienza anni ’80 e ’90.
Senza eroi non si vince alcuna guerra: i protagonisti Shepard, Wrex, Miranda “Bomba Sexy” Lawson, persino l’odioso Zaeed, che molti facevano morire volontariamente durante la Missione Suicida. Non c’era un singolo personaggio, nella trilogia originale, che non possedesse una profonda e mirabile caratterizzazione. Rayder, il giovane protagonista di Mass Effect: Andromeda, dovrà darsi da fare e non poco per farci dimenticare l’amatissimo Comandante della Normandy. Ancor più complesso, per Bioware, sarà accompagnare il giovane esploratore di mondi con un cast di alleati all’altezza delle aspettative.
Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità: le scelte morali Il finale che ignorava, in buona sostanza, la stragrande maggioranza delle scelte morali intraprese lungo tutto il corso della trilogia, non cancella comunque il nodo in gola provato in quelle situazioni in cui le vite dei nostri compagni, e dell’intera Galassia, dipendevano solo ed esclusivamente dalle nostre decisioni. Chi far sopravvivere tra Ashley e Kaidan, tentare di far ragionare Wrex o toglierlo di mezzo, condannare all’estinzione o meno specie intere: momenti topici come questi si sprecano. Sarebbe bellissimo se Mass Effect: Andromeda riproponesse scelte morali simili, magari davvero capaci di incidere sul finale del gioco.
L’amore è una questione di compromessi: un gameplay in equilibrio tra shooter e RPG Mass Effect, nel corso di tre episodi, ha vissuto un’evoluzione evidente a chiunque. Da RPG tutto azione e sparatorie, è diventato uno shooter con qualche (tenue) elemento ruolistico. Un cambiamento certamente voluto dal publisher, Electronic Arts, che ha potenzialmente allargato il bacino d’utenza della saga, ma ha indispettito i tanti fan che si erano innamorati dell’ottimo equilibrio delle meccaniche di gioco del capostipite. Aspettarsi un ritorno alle origini sarebbe certamente anacronistico, ma nulla ci vieta di sperare che Andromeda assomigli molto, in questo senso, al quel mirabile compromesso che risponde al nome di Mass Effect 2.
L’arte va interpretata: il finale A proposito di finale: vorremmo che Mass Effect: Andromeda, affrontasse con più maturità e coraggio questo aspetto. Certo, l’affascinante Teoria dell’Indottrinamento si reggeva in piedi a fatica anche nella prima stesura del finale ed è stata completamente confutata nel Director’s Cut, il DLC che “aggiustava” l’epilogo. Eppure, la versione originale lasciava volontariamente la possibilità ai fan di sbizzarrirsi con interpretazioni e ipotesi di ogni tipo. Senza raggiungere gli eccessi di un “Donnie Darko wannabe”, perché non augurarsi, anche questa volta, un finale aperto e tutt’altro che scontato?
Gite fuoriporta: il Mako Da questo punto di vista, dovremmo già essere stati accontentati, vista la presenza certa del Nomad: un veicolo blindato, in tutto e per tutto simile all’indimenticato Mako. Ci auguriamo che ci sarà nuovamente permessa la libera esplorazione di ampie porzioni di pianeti alieni. Certo, nel capitolo originale si lamentava l’eccessiva ripetitività delle missioni che coinvolgevano il mezzo, ma l’emozione regalata da alcuni panorami, dall’inaspettato reperimento di rovine Prothean, sono tutte cose che speriamo di poter sperimentare nuovamente in Mass Effect: Andromeda.
Antropologia intergalattica: il Codex Mass Effect aveva un brackground di trame, biografie e cronistorie di interi mondi assolutamente ragguardevole. Ogni specie incontrata, pianeta esplorato e aggeggio tecnologico maneggiato, andava ad arricchire il gigantesco Codex, un’enciclopedia ricca di spunti e dettagli, utili ad arricchire ulteriormente i confini del mondo immaginifico creato da Bioware. Andromeda sarà una galassia ignota, in cui i nostri eroi si imbatteranno in nuove razze e meccanismi sconosciuti. Speriamo che anche in questo nuovo episodio della saga ci sia un Codex a stimolare ulteriormente la curiosità dell’utente.
Nemici all’altezza della situazione: i Razziatori I Razziatori, in teoria, dovrebbero essere un problema limitato alla sola Via Lattea. Sempre in teoria, dunque, in Mass Effect: Andromeda non dovrebbero riapparire, lontani anni e anni luce da Rayder e dalla sua ciurma. Eppure, una parte irrazionale di noi, si augura che in qualche modo ricompaiano, pronti a minacciare l’esistenza di questa nuova galassia. La strana e gigantesca creatura intravista nel trailer lascia ben sperare in merito, così come l’energumeno, ripreso solo di spalle, con cui si chiude il video (che sia il nuovo Araldo?). Se ci saranno di nuovo i Razziatori, del resto, perché in un modo o nell’altro non dovrebbe esserci anche Shepard?
Mass Hot Effect: la scena di sesso Sesso e videogiochi non vanno tutt’ora d’accordo. Tutti e tre i capitoli di Mass Effect hanno puntualmente fatto scalpore per la presenza di una (striminzita e pudicissima) scena di sesso. L’idea di un rapporto sessuale, eventualmente persino omosessuale, quanto non inter-specie, inserita in un prodotto culturale normalmente maneggiato anche da adolescenti e minorenni ha certamente destabilizzato le menti più ottuse e bigotte del globo. Anche e soprattutto per questo, vogliamo che Bioware non interrompa la felice tradizione con Mass Effect: Andromeda. E magari questa volta, almeno mezzo capezzolo, ce lo lasci vedere.