Nel lontanissimo 13 luglio del 1987, su MSX2 faceva la sua comparsa Metal Gear, piccolo esperimento di un giovane game designer nipponico, destinato a rappresentare l’appassionante capostipite di una delle saghe più iconiche e apprezzate del medium videoludico. L’action-stealth con visuale dall’alto possedeva già allora, per quanto in stadio embrionale, tutte le caratteristiche salienti che avrebbero decretato il futuro e la fortuna dell’IP. Dalle ambizioni cinematografiche, all’ingombrante presenza di personaggi carismatici e d’impatto, passando per la tendenza alla metareferenzialità, Hideo Kojima, con questo titolo, scrisse e diede forma alla poetica, al manifesto della sua personalissima ed eccentrica visione sul game design.

 

 

Generazione dopo...