Quando si opta per la rivoluzione, per un sensibile cambio di rotta, è normale che chi ordina una manovra del genere non lo faccia mai a cuor leggero, ma si preoccupi e si chieda se abbia effettivamente preso la giusta decisione.

 

 

Succede nella vita di tutti i giorni, capita anche in campo artistico, sopratutto nei casi in cui in ballo c’è la fiducia, la stima e l’entusiasmo di milioni di fan. Shigeru Miyamoto, naturalmente coinvolto nello sviluppo di Super Mario Odyssey, non era affatto sereno quando ha analizzato l’art design dell’ultimo capitolo della saga, così irriverente e diverso dai predecessori.

A rivelarlo è stato il game designer stesso in una recente intervista.

Ero preoccupato di come i giocatori avrebbero reagito nel ritrovarsi in un mondo in cui gli altri personaggi sono ben più alti di Mario, o di come non diano di matto non appena inizia a saltare in ogni direzione da un punto all’altro. Ciononostante, quando ho realizzato che il personaggio di Pauline [la principessa da salvare nel vecchio Donkey Kong, nonché sindaco della città di New Donkey City in Odyssy n.d.r.] già esisteva da tempo, mi sono convinto che ambientare un livello in una città del genere potesse funzionare. Quindi abbiamo deciso di inserirla nel gioco“.

Trovate tutte le informazioni su Super Mario Odyssey nella nostra scheda.

 

Fonte: Gamespot