L’imponente Meridiana, che si erge quasi al centro esatto della gigantesca mappa del gioco; gli occhi speranzosi dell’inaffondabile Aloy, eroina che solo in corso d’opera accetta il ruolo affidatole; il sole che risplende e si riflette sulla rigogliosa vegetazione, sui limpidi corsi d’acqua, sugli imponenti canyon, non sono altro che elementi di disturbo, specchietti per le allodole, efficacissimi placebo che nascondo una disarmante e incontrovertibile verità: Horizon Zero Dawn è un gioco profondamente pessimista, che offre una visione assolutamente disincantata del nostro probabile futuro e che, con un efficacissimo gioco di scatole cinesi, non fa altro che scrivere, riscrivere e ricalcare distopie tragiche, drammi laceranti, malinconiche epopee senza lieto fine.

Guerrilla Games, già autrice di una saga con pochi vincitori e molti vinti, quel Killzone che ci ha mostrato un’umanità incapace di andare d’accordo con sé stessa, inaugurando questa IP non si è discostata più di tanto da que...