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Nel corso di un’intervista rilasciata al Daily Star, ha spiegato perché non è affatto preoccupato dalle vendite a rilento della periferica.
“Siamo sempre stati chiari in merito: non ci saremmo tuffati a copifitto nella VR, semplicemente perché è una tecnologia che richiede prima di tutto di essere provata dal consumatore, magari rivolgendosi ad un negozio specializzato, oppure a casa di un amico. Non si tratta di un’esperienza che puoi vendere con un articolo su un giornale, una rivista o sul web. Abbiamo deciso di non sovraffollare i negozi retail con esemplari di PlayStation VR, perché non volevamo che i rivenditori restassero delusi dall’andamento delle vendite. Abbiamo sempre sottolineato che ci aspettavamo una partenza piuttosto lenta. Sfortunatamente, nonostante la produzione di molte unità, certi negozi hanno persino esaurito le loro scorte, ma siamo comunque soddisfatti dai dati vendita registrati nel periodo natalizio. Il motivo per cui non diffondiamo i dati di vendita precisi è perché non vogliamo che questi diventino fini a sé stessi“.
Una dichiarazione piuttosto sensata, che rivela come la realtà virtuale sia ancora una tecnologia relativamente fragile, il cui destino potrebbe persino essere messo in discussione se fossero svelati gli esatti numeri di PlayStation VR venduti sin’ora. E’ consolante comunque sapere che Kazuo Hirai e la sua azienda si siano lanciati in questa sfida in nome del progresso e di un obiettivo futuro, senza preoccuparsi troppo dei risultati nel breve periodo.
Fonte: Daily Star
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