Fra un mese e mezzo (giorno più, giorno meno) i Wii U torneranno nelle loro scatole, Nintendo Switch forse riaccenderà la passione verso la compagnia di videogiochi più antica e prestigiosa del mondo, forse si rivelerà una scommessa azzardata ma, al minimo, dovrà farci dimenticare la traversata nel deserto che sono stati gli anni che si apprestano a concludersi. Durante la quale abbiamo giocato bei titoli, certo, ma che lasciano in eredità un freddo dato: nemmeno 14 milioni di console vendute, un fallimento insomma.

Dopo una console fatta di capolavori per pochissimi (Game Cube) e il successo massificato dei motion controller (Wii), l’ultimo tentativo hardware made in Kyoto ha sempre mancato di un suo carattere definito; già quel nome, Wii U, brutta onomatopea difficile pure da pronunciare, sembrava far confusione, tanto da costringere Nintendo a chiarire che la console era totalmente nuova, non una periferica o un restyling della precedente. Poi c’è stato il pasticcio del Game...