Non c’è giorno che i negozi non vengano riforniti. Il livello di domanda globale è certamente superiore a quanto ci aspettassimo, unico e principale motivo per cui stiamo soffrendo a rifornire a dovere i punti vendita“.

Non che non ce ne fossimo accorti da soli, vista la difficoltà incontrata da molti nel reperire un esemplare di Nintendo Classic Mini: NES, ma valeva comunque la pena avere la conferma direttamente dall’inossidabile Reggie Fils-Aime, nel ruolo di Presidente di Nintendo of America. Questo errore di valutazione, che ha certamente influito sulle vendite della piccola console, ha del paradossale se si considera il ruolo, nominalmente fondamentale, della piattaforma nelle strategie dell’immediato futuro del colosso nipponico.

 

 

Il Nintendo Classic Mini: NES è un’opportunità per coinvolgere ed entrare in contatto con la così detta generazione X [persone nate tra gli Anni ’60 e gli Anni 80′ n.d.r.], persone che hanno giocato tempo addietro questi giochi, ma che per vari motivi si sono poi allontanati dal mondo dei videogiochi. La console, in questo senso, può essere un espediente per attrarli nuovamente, per farli interessare a nuovi prodotti come Super Mario Run, il Nintendo 3DS, magari il Nintendo Switch, perché possono facilmente riconoscerci qualcosa che hanno già incontrato 20 o 25 anni fa: amano Mario, amano Zelda, amano tutte le nostre IP più classiche che possono e stanno incontrando nuovamente adesso, con Nintendo Classic Mini: NES“.

L’idea di utilizzare la minuscola console come un cavallo di Troia per reintegrare parte del pubblico perso nel corso degli anni ha certamente il suo perché. Ci piacerebbe molto, tuttavia, poter trovare più facilmente un Nintendo Classic Mini: NES da regalare a qualcuno, per reintrodurlo nel mondo dei videogiochi appunto, o da regalarci, perché non siamo mai sazi di console.

 

Fonte: Nintendolife