C’erano quelli che l’avevano prenotata da mesi; chi era già certo che avrebbe dovuto attendere almeno qualche giorno in più prima di poterci mettere sopra le mani; c’era chi, come il sottoscritto, quel sette dicembre di dieci anni fa correva da un capo all’altro di Bologna indomito, determinato, noncurante della scorta di monete che andava velocemente consumandosi in biglietti dell’autobus. Giravo con un amico, appassionato quanto me, perso ormai da tempo e finito chissà dove, perfetto scudiero di quella vera e propria quest che, a una certa ora della sera, sembrava destinata a fallire miseramente.

Dai mega store dei centri commerciali, sino al più piccolo negozietto rintanato sotto i portici, il mantra sembrava lo stesso, un copione grottescamente immutabile che non faceva altro che accrescere l’ansia e il rimpianto di non essersi mossi con un minimo di prudenza. L’entrata nel punto vendita di turno, la richiesta, lo sguardo di compassione del commesso, il patetico tentativo di corrom...