Criptico, enigmatico, allegorico. Tre aggettivi più che validi per definire il suggestivo trailer di Death Stranding, perfettamente adattabili all’intera carriera di Hideo Kojima, star indiscussa dell’industria videoludica, solo recentemente uomo al comando di uno studio tutto suo, dopo la dolorosa separazione da Konami, publisher nipponico ultimamente sempre meno interessato alla produzione di titoli tripla A, piuttosto dispendiose in termini di capitali e tempo.

La poetica del papà di Solid Snake, poetica perché parliamo a tutti gli effetti di un artista a cui interessa ben poco del labile e soggettivo confine che distingue un media dall’altro, non vuole essere scontata, unilaterale, “comoda”. Proseguendo sulla scia di tante esperienze dell’arte contemporanea, procedendo sul sentiero del post-modernismo, il game designer non palesa mai un punto di vista univoco, non si trincera dietro ad un inamovibile parere, non si crogiola nello svelamento di una verità assoluta. Soprattutto con l...