Per quanto possa essere realistico un gioco sugli zombie, il primo Dead Rising tentava di darsi un tono, di apparire quanto meno credibile, coerente, verosimile. Frank West era un giornalista a caccia dello scoop della vita, che tragicamente si scopriva invischiato in una storia più grande di lui, arroccato in un centro commerciale infestato da migliaia di non morti. Per sopravvivere all’apocalisse, il nostro utilizzava armi più o meno convenzionali, tutte comunque reperibili all’interno dell’edificio che avrebbe esplorato da cima a fondo.

La stessa progressione dell’avventura ribadiva, a grandi linee, questa tendenza al realismo. Il tempo per portare a termine il proprio compito era prestabilito, il che presupponeva e introduceva a una lunga serie di finali alternativi, molti dei quali prendevano in considerazione anche l’incapacità del protagonista di scoprire il mistero che si celava all’interno del centro commerciale.

Dal secondo capitolo in poi, le cose hanno preso una piega ben d...