Negli ultimi anni, sarà sicuramente la vecchiaia che avanza inesorabilmente, mi capita di avere un secondo d’esitazione di troppo quando mi trovo al banco di un McDonald’s, in procinto di ordinare la mia irrinunciabile dose di schifezze assortite. C’è un millesimo di secondo in cui il mio cervello vacilla, barcolla, tentenna, drammaticamente sospeso, tragicamente atterrito. Troppa scelta, nomi inutilmente complicati, new entry che si alternano con un ritmo sbalorditivo, classici soppressi o impunemente sostituiti da versioni che pasticciano con gli ingredienti originali. È proprio a partire da queste piccole cose che ci si trasforma gradualmente in bisbetici mattinieri, sempre a caccia di qualche lavoro in corso in cui sfogare la propria riluttanza contro un mondo quotidianamente sempre più incomprensibile ed oscuro. Potrebbe non essere colpa dell’età, tuttavia, se accadrà qualcosa di estremamente simile anche in ambito console, oasi notoriamente protetta e “regolamentatala”, tradizion...