Battlefield. Lo dice il nome stesso.

L’apprezzatissima saga di DICE non può essere correttamente analizzata, compresa, fruita senza partire da questo assunto di base, da questa regola fondamentale che influenza progettazione e sviluppo di ogni iterazione del brand. Battlefield è il campo di battaglia, si esprime attraverso il campo di battaglia, si sviluppa interamente sul campo di battaglia.

Campo di battaglia che, per quanto possano cambiare i tempi, gli strumenti di morte sfoderati, le modalità attraverso cui si ottiene la vittoria, resta sempre ciò che è: un luogo unicamente deputato all’eliminazione del nemico, né più, né meno. Sarà per questo che Battlefield soffre di una cronica ripetitività, caratteristica che espone puntualmente la saga a critiche e attacchi da parte dei detrattori.

Battlefield 1 screenshot 1

Abbiamo giocato all’open beta sia su PlayStation 4, che su Xbox One. Il frame rate zoppica in entrambe le versioni nelle situazioni più concitate, ma definizione e pulizia dell’immagine sono chiaramente migliori sull’ammiraglia di Sony.

Con questo nuovo episodio, qualcuno era pronto a scommettere sulla rivoluzione, sul completo stravolgimento di meccaniche ed equilibri che regnano incontrastati da tempo ormai immemore. Il roboante trailer di presentazione, l’inusuale location scelta, il tenue filtro sci-fi attraverso cui sono stati riletti scontri e battaglie della Prima Guerra Mondiale: di motivi per credere in una svolta ce n’erano eccome. Eppure Star Wars Battlefront avrebbe dovuto essere un segnale abbastanza inequivocabile. Se nemmeno Jedi e AT-AT sono stati in grado di cambiare le carte in tavola, perché avrebbero dovuto riuscirci Mark 1 e baionette? Sarebbe tuttavia il caso di chiedersi se il vero problema non stia altrove.

Dopo aver giocato intensivamente all’open beta disponibile da qualche giorno su PlayStation 4, Xbox One e PC, viene naturale chiedere se trovarsi di fronte all’ennesima reskin di Battlefield 4 (o Battlefield 3, fate voi) possa essere davvero un fattore così determinante e influente sul divertimento che se ne trae dall’esperienza. Sì, perché oltre al fatto che di novità (piccole e per certi versi superficiali, beninteso) ce ne sono eccome, questo piccolo e fugace assaggio di Battlefield 1 ci ha comunque soddisfatti e divertiti.

Due modalità di gioco, Conquista, che si spiega da sola, e Rush, in cui difendere o distruggere progressivamente una coppia di target per volta; per una sola, gigantesca mappa, quella del deserto del Sinai, che vede contrapposto l’Impero Turco all’Esercito Britannico per il controllo del Canale di Suez. Il primo impatto restituisce sensazioni familiari e arcinote. Si sceglie la classe d’appartenenza, si seleziona il punto di respawn e ci si fa strada, passo dopo passo, verso il cuore del conflitto. Non è Call of Duty, la prontezza di riflessi non è tutto, di certo non è l’unica cosa che conta. Conoscere ogni insenatura dell’ambientazione aiuta ad avere la meglio, muoversi con circospezione aumenterà le chance di sopravvivenza, lavorare di squadra è l’ideale per fronteggiare qualsiasi minaccia.

Battlefield 1 screenshot 2

Le classi disponibili sono le solite di sempre: Medico, Supporto, Assaltatore, Scout. Anche da questo punto di vista, niente di nuovo.

Al primo colpo esploso però, soprattutto se siete veterani della serie, noterete un primo grande cambiamento: il potente rinculo delle armi. È vero che, per ovvie necessità di gameplay, non vi affiderete solo a rudimentali fucili a colpo singolo (o quasi), né che ogni scontro si risolverà davvero in una logorante (noiosa e prolungatissima) guerra di trincea, ma non dovete dimenticare che state combattendo all’inizio del secolo, ben lontani da certe raffinatezze tecnologiche che rendono la vita del soldato drasticamente più semplice. Imparare e reimparare a mirare, gestendo il rinculo e una certa imprecisione delle bocche di fuoco, è la prima nuova difficoltà, “realistica” ed eccitante, imposta da Battlefield 1.

Nel caso siate particolarmente fortunati, non tarderete a scontrarvi con un altro grande ostacolo che, solo eventualmente, renderà ogni battaglia ancora più incerta: il meteo dinamico. Il sole che generalmente troneggia pacifico nel cielo, può lasciare il posto a nubi minacciose, pronte a scatenare sulle vostre teste una furiosa tempesta di sabbia. In simili condizioni la visibilità si dimezza e scoprirete ancor più drammaticamente cosa vuol dire non poter contare su una mini-mappa che vi segnala la posizione dei nemici dopo ogni raffica di colpi. La scarsa visibilità non ha ripercussioni solo sull’avanzata della fanteria. Renderà praticamente inutilizzabili buona parte dei mezzi, con tutte le conseguenze del caso a livello tattuci e strategico.

“Il primo impatto restituisce sensazioni familiari e arcinote”

A proposito: i mezzi. Se siete freschi freschi di eccitanti battaglie a bordo di X-Wing e TIE Fighter, dimenticatevi la precisione e l’immediata risposta ai comandi dei velivoli. Riempire di piombo i soldati appiedati non è così semplice, sebbene il supporto aereo sia praticamente indispensabile per abbattere i tank. I Mark 1, tra le altre cose, sono al momento l’unico elemento mal bilanciato nell’economia del gioco. A causa dello scarso potenziale esplosivo dei soldati, abbattere un carrarmato è estremamente difficile, se non quasi impossibile senza il supporto di un altro mezzo corazzato. Si tratta forse di un problema passeggero, possibile che aumentando l’esperienza del personaggio si sbloccheranno progressivamente strumenti pensati proprio per adempiere al compito, ma, almeno nella beta, un pilota abbastanza esperto, trincerato nelle viscere del tank, poteva mietere decine e decine di vittime senza troppi problemi.

Tra i “mezzi”, non si possono non citare anche i cavalli. Dotati di un’elevatissima velocità, vi permetteranno di spostarvi rapidamente sulla mappa, mettendo a diposizione fucile a colpo singolo, carica dell’animale stesso e sciabola per mietere morte e distruzione. Si tratta di una divertentissima novità, che porterà reali benefici solo nelle mani degli esperti.  È vero che il destriero può assorbire diversi colpi prima di morire, ma, vista la posizione sopraelevata, sarete anche facili bersagli per i tanti cecchini appollaiati un po’ ovunque.

Battlefield 1 screenshot 3

Il deserto del Sinai si è rivelato un luogo estremamente vario. Gli altipiani sono l’habitat naturale per i cecchini. Il piccolo centro abitato è l’ideale per scontri a corta distanza. Le immense distese di sabbia ospiteranno spesso e volentieri battaglie tra mezzi corazzati e truppe a cavallo.

Battlefield 1 sarà anche il solito Battlefield, ma in questa nuova versione Prima Guerra Mondiale, almeno per quanto concerne l’open beta, ci ha positivamente stupito. Si tratta del solito FPS, governato dalle stesse meccaniche di sempre, tuttavia rinnovato da intriganti novità che variano un minimo la formula. Il meteo dinamico, più di ogni altra cosa, è una feature che influenzerà e condizionerà incredibilmente il proseguo dello scontro.

Grazie alla modalità Rush, inoltre, meno dispersiva rispetto a Conquista, abbiamo potuto apprezzare più accuratamente il gunplay ancora più ragionato e relativamente lento rispetto alle iterazioni ambientate nella contemporaneità. I fucili d’un tempo, del resto, per quanto potenziati e rivisitati in chiave (retro)sci-fi, necessitano di tempi di ricarica maggiori e di una mira estremamente accurata. I fan di Call of Duty, insomma, potrebbero trovare questo capitolo estremamente indigesto, mentre chi cerca un FPS tattico e strategico dovrebbe tenere in grande considerazione Battlefield 1. I tempi sono ancora immaturi, la release del gioco è prevista per il 21 ottobre, ma sembra che DICE, pur propinandoci per l’ennesima volta la solita solfa o quasi, stia per regalarci, per l’ennesima volta, un ottimo sparatutto caratterizzato da un godibilissimo multiplayer.