Nel 1999 giocavo su un portatile ThinkPad che diedero a mio padre come computer lavorativo. Oltre alla fantascienza dell’email e di un modem 56k capace di chiamare il magico numero verde IBM e, dunque, evitarmi bollette salatissime, era pure uno dei primissimi modelli dotati di un lettore CD abbastanza veloce per i videogiochi. Non ricordo esattamente perché, fra i tanti scatoloni (si, erano ancora gli anni in cui le confezioni dei giochi erano larghe e piene di paccottiglia varia) allineati sullo scaffale di temibile negozio all’interno di un ancora più derelitto centro commerciale nella bassa bergamasca misi le mani proprio su Silver. Ai tempi ero un avido lettore dell’edizione italiana di PC Gamer e, se non ricordo male, il gioco venne recensito in maniera piuttosto neutra, una sufficienza o poco più: tuttavia qualcosa nell’art design mi attirò e, fra decine di titoli portai a casa proprio l’avventura del cavaliere David e del malvagio mago Silver.

Passai buona parte dell’estate 199...