Mighty No. 9 ha creato un pericoloso precedente. Con la stessa rapidità e velocità con cui ha incassato un bel gruzzoletto dagli speranzosi fan della prima ora, nell’attimo immediatamente successivo alla sua pubblicazione ha instillato nelle menti di milioni di videogiocatori un piccolo ma terrificante dubbio, una tenue ma sinistra paura, un vago ma persistente stato d’ansia.

Kickstarter ha avuto la fortuna di evolversi nel momento più propizio, convogliando e ingigantendo potenzialità e ambizioni di una scena, tutt’ora definita indie, che cercava in ogni modo di farsi strada nel mercato che conta davvero. In poco tempo è diventato una sorta di bestia leggendaria, una terra promessa foriera di mirabolanti prelibatezze che avrebbero (presto o tardi) saziato i palati degli utenti in cerca di qualcosa di nuovo, inusuale, che riproponesse quell’antica magia ludica ormai perduta. Hipster quanto basta, alternativo come solo il gigantesco mare di internet gli poteva permettere di essere,