That Day We Left vuole essere realistico ed obiettivo, allo stesso tempo vuole intrattenere, ed ecco quindi la formula ludica perfetta, quella dell’adventure nel quale hanno grande peso le scelte che si prendono e la narrazione immersiva, ma anche elementi di gioco come la gestione delle risorse, in maniera non dissimile da quanto avviene nei survival. Il tentativo è quello di sfondare la barriera dell’indifferenza in maniera intelligente e intrigante, perché della sola narrazione e del solo impatto emotivo riescono a vivere poche, pochissime produzioni. Il realismo dovrebbe essere assicurato dalle vicende che la produzione di Innervoid Interactive racconterà, storie vere, descritte da chi le ha vissute in prima persona. Non ci saranno solo Rashid, il protagonista del gioco, e la sua famiglia: verrà rappresentato un microcosmo di umanità piegata ma non spezzata, ancora in grado di coltivare sogni di speranza.
Dovrà superare varie sfide That Day We Left. La prima, riuscire a mantenere un punto di vista veramente distaccato sulle vicende che narrerà, per evitare di fare politica, come nelle intenzioni degli sviluppatori. La seconda, riuscire ad imbastire un sistema di gioco adeguato, che non sia un mero accompagnamento della narrazione. La terza, far sì che le scelte da effettuare abbiano veramente un peso, perché di produzioni simili che si rivelano molto più lineari di quanto sbandierato ne esistono a decine. Le premesse sembrano comunque essere più che buone, ed anche se una data di uscita non è stata ancora annunciata l’impressione è che il progetto stia viaggiando sui binari giusti. Lo attendiamo.
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