Mesi dopo LEGO è tornata sull’argomento, e per bocca del suo vicepresidente, Kjeld Kirk Kristiansen, ha ammesso l’errore. Secondo Kristiansen il problema è stato originato dalle dinamiche interne alla compagnia, in sostanza la richiesta di Ai Weiwei non è arrivata molto in alto e chi l’ha presa in carico non ha fatto altro che applicare le politiche aziendali. Dopo l’incidente LEGO ha comunque cambiato le regole, non richiedendo più lo scopo dei grossi ordini, ma chiedendo solo di sottolineare l’estraneità dell’azienda ad alcuna idea politica.
Ai Weiwei, che riuscì comunque a completare la sua opera grazie a donazioni di privati, si è detto soddisfatto del cambiamento di rotta di LEGO, comunque arrivato troppo tardi secondo lui.
Fonte: Mashable
Foto: ArtHiveOnline
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