Non ricordo in quale anno ebbi il mio primo contatto con Magic: The Gathering. Ricordo che facevo la scuola media, poteva essere il 1997, o il 1998, già adoravo i videogiochi, ma mai avrei immaginato che sarei riuscito a farne un lavoro, così come adoravo il fantasy, quindi letteratura, giochi di miniature (Warhammer, ovviamente) e tanto altro. In quel tanto altro rientrò, per un periodo in realtà non tanto lungo, anche Magic: The Gathering, che proprio in quegli anni inziava ad attecchire in Italia. O forse già lo stava facendo da qualche tempo, a Pescara tutto arriva in ritardo. Insomma, ero un piccolo nerd cicciottello, che adorava orchi, elfi, nani, draghi e ogni sorta di creatura fantasy. Adoravo, anche, quel particolare stile artistico occidentale con il quale erano resi, così distante da quello allora preponderante, il tratto giapponese dei manga che andavano per la maggiore (Dragon Ball su tutti).

Mio fratello, di due anni più grande di me, aveva già una differente maturità al ...