Non mi era mai capitato di condurre una vera battaglia dialettica in un videogioco.

Tante volte i videogame me l’avevano promesso, altrettante ci avevano provato ma mai davvero ci erano riusciti, mai cioè mi ero ritrovato a combattere una guerra a parole dotata delle medesime caratteristiche di suspense, necessità di rapidità e terrore di commettere un errore che caratterizzano le solite battaglie d’abilità manuale. Solitamente i videogiochi mettono alla prova la mia coordinazione (e mi piace), in altri casi mi raccontano una storia nella quale sono coinvolto fino al collo perché tocca a me fare le cose. Ma quando sono arrivato alla fine di quel viaggio nell’abisso noir che è The Wolf Among Us (uno dei migliori mondi in cui è facile morire e difficile amare che abbia visto negli ultimi anni) ero di fronte al resoconto delle mie scelte e dovevo fare i conti con quello che sono davvero in grado di fare con le parole.

Anche per questo ciò che spesso viene detto (da Telltale Games...