Quando si parla di archivi, cartacei o fotografici che siano, il valore dell’originale non viene mai messo in discussione. L’archivio concreto non deve mai perdere il suo ruolo di fonte, di materia prima. Anche il supporto, quella carta polverosa, a volte rovinata o illeggibile, contiene informazioni importanti. Nel caso degli archivi, che pur vanno incontro a imponenti progetti di digitalizzazione, la motivazione nasce da una constatazione tanto banale quanto rilevante: si tratta di documenti unici, spesso preziosi. Il conservatore si preoccupa quindi di salvaguardare la concretezza fisica del bene su cui opera, garantendo al contempo la sopravvivenza delle informazioni di cui esso è veicolo. In biblioteca la situazione è un po’ diversa, perché non siamo di fronte – tranne in alcuni casi – a documenti unici e rari per i quali il concetto di originale continua ad avere una certa valenza, ma a semplici copie al servizio del pubblico e della diffusione della cultura. Di...