STRAFE è l’FPS in prima persona che tutti avremmo voluto giocare nel 1996, e che invece giocheremo nel 2016, vent’anni dopo, ma quando si ha la passione per l’azione intensa e semplice a base di pallottole, mostri orripilanti e, soprattutto, secchiate di sangue, vent’anni si possono aspettare. Anche no in realtà, ma tutte queste cose bellissime non si possono rifiutare, ed improvvisamente la nostalgia si fa retrò, dal punto di vista artistico, caricandosi però di una certa modernità nell’azione.

Dicevamo di un FPS dunque, genere che ai bei tempi andati andava avanti ancora a botte di medikit e non di ferite che si curano da sole, con eroismo arrembante e non con coperture, con nemici deficienti e non…Ah no quelli son rimasti. E oggi vengono pure generati da script che allora non c’erano, e non li facevano spawnare come conigli. Quello che invece viene generato in STRAFE sono i livelli, in maniera totalmente casuale, perché il massacro deve essere imprevedibile, secondo la ricetta dei ragazzi di Pixel Titans. Sorprese ad ogni angolo quindi, labirinti di morte che mettono costantemente in pericolo la vita del giocatore, pronto ad attraversarli con un arsenale di armi ben nutrito ed in grado di far schizzare sangue come se non ci fosse un domani.

STRAFE screenshot

STRAFE – screenshot

La struttura casuale di STRAFE si abbina alle sue dinamiche rogulike. Quando si muore, si muore, e si rinizia da capo un livello, un livello però completamente diverso da quello nel quale si è perso la vita, un livello da imbrattare di rosso. Rosso sangue. L’abbiamo già detto e lo ripetiamo, in STRAFE i nemici vanno impallinati, fatti esplodere, tagliuzzati, con ogni arma a disposizione (ognuna ha due diversi attacchi), ed ogni uccisione produce fontane di sangue, che grondano su ogni superficie, e lì rimangono, a testimonianza del proprio passaggio. L’offerta ludica dell’FPS di Pixel Titans sembra quindi essere basilare, e probabilmente lo sarà, ma a solleticare il giocatore ecco questi piccoli tocchi di stile, che potrebbero bastare per renderlo interessante anche sul lungo periodo, o forse no.

Per valutare le reali qualità di STRAFE dovremo aspettare, come detto, i primi mesi del 2016, e solo allora potremo dire se quanto ci ha stuzzicato oggi sarà in grado di intrattenerci domani. Potrebbe essere uno splendido ritorno ad un passato fatto di semplicità e genuinità; speriamo non eccessive.